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Sala Rossa, dettagli

Lorenzo Bartolini, nato a Savignano di Prato nel 1777, è considerato uno dei più grandi scultori italiani dell’Ottocento e la sua prestigiosa collezione di sculture conservata dal Comune di Prato è allestita al terzo piano del Museo, insieme a dipinti di Antonio Marini e di Alessandro Ferrarini.  Allo stesso piano una sala è dedicata all’esposizione di alcuni superbi cartoni di Alessandro Franchi, il cui ritratto è qui esposto insieme a quello della prima moglie, la fragile Emilia Sampieri, morta il 12 ottobre 1883. Franchi sposò in seconde nozze, il 12 aprile 1893, Luisa Mussini, figlia del suo maestro e artista sensibile.

Il bellissimo Autoritratto di Luigi Mussini è conservato al Pretorio, mentre il ritratto della moglie Luigia Piaggio (1858) è esposto in questa sala.

L’Autoritratto di Adriano Cecchi, donato dalla famiglia nel 1980, ricorda il pittore pratese, amico dei Macchiaioli e attivo nella vita artistica fiorentina di fine secolo, che contribuì fra l’altro alla fondazione del Circolo degli Artisti.

Con l’Autoritratto di Leonetto Tintori, si ricorda il grande restauratore, artista a tutto tondo e appassionato conoscitore d’arte che ha lasciato al Comune la collezione esposta nell’atrio, oltre ad alcune opere da lui realizzate ed esposte nel Palazzo.

Particolarmente interessanti infine i ritratti delle due pittrici Giulia Nuti e Ada Benini: la prima, figlia di Luigi Nuti, maestro di disegno nella Scuola comunale e moglie di Antonio Marini dal 1822, coltivò un singolare sodalizio con Franz Adolf von Stürler, allievo di Ingres e amico fraterno del marito, che come qui si vede nel 1835 la dipinse frontalmente con lo scorcio della cupola di Firenze alle spalle. Di Stürler è ancora il ritratto di Giulia Marini “in tre pose”, visibile al terzo piano del Museo, dove sono conservati altri dipinti del pittore, tra cui il ritratto di Lorenzo Bartolini e il suo probabile Autoritratto.  Ada Benini, pittrice e poetessa, qui ritratta da Antonio e Giulia Marini nel 1852, era figlia di Gioacchino Benini, avvocato e colto animatore nel palazzo di Via Luigi Muzzi di un rinomato salotto letterario, frequentato da giovani e intellettuali. A lui si deve, nel 1858, la donazione dell’Annunciazione di ambito lippesco, esposta nel Museo di Palazzo Pretorio.