Cookies disclaimer

Our site saves small pieces of text information (cookies) on your device in order to deliver better content and for statistical purposes. You can disable the usage of cookies by changing the settings of your browser. By browsing our website without changing the browser settings you grant us permission to store that information on your device. I agree

Sei in:

Sala Matrimoni, dettagli

La copia settecentesca de La Venere di Tiziano si lega al soggetto degli altri due dipinti, Venere e Mercurio, versione tardo seicentesca di un’incisione tratta da Poussin e Venere e Amore del pittore pratese Gaetano Risaliti. Sebbene il soggetto sia unico, diverse possono essere le varianti dei significati che si legano alla figura della divinità:  Venere è dea dell’amore e rappresenta l’essenza della bellezza, così come mostra la copia di Tiziano, ma può simboleggiare la sovranità sulle arti nella copia da Poussin e la gioia di vivere data dall’amore filiale della stessa Venere nei confronti del figlio Amore nel dipinto di Risaliti.

Particolarmente interessante il gruppo di paesaggi, che provengono dalla collezione Martini dall’Ospedale della Misericordia: si tratta di dipinti di ambito di Livio Mehus e di altri pittori, per ora senza nome. I Paesaggi fluviali sono caratterizzati da piccole figure in primo piano definite con una pennellata rapida e da singolari edifici che campeggiano su nuvole ridondanti e tenebrose. Le Vedute di Roma invece sembrano rimandare a stati d’animo più sereni in cui gli scorci della città, tra ruderi e monumenti, richiamano uno stile molto amato dai collezionisti che invita alle gioie di una vita semplice e perduta. 

Ed essendo la sala dedicata a Venere e alle gioie dell’Amore, non si può non ricordare l’interesse verso la pittura di due donne vissute nel Settecento, che hanno lasciato a Prato raffinati dipinti. Infatti dalla metà del Settecento, con l’affermarsi di un gusto decorativo elegante e ricercato, talvolta al limite dello sfarzo, fanno timidamente la loro comparsa personalità femminili che amano dipingere paesaggi inconsueti, scene di genere oppure ritratti. Come Anna Bacherini, moglie di Gaetano Piattoli, celebre pittore a Firenze durante la Reggenza, che divenne la ritrattista ufficiale di casa Vaj nella Villa del Mulinaccio, da dove proviene il bel ritratto di Teresa da Verrazzano, moglie del pratese Antonio Vaj, ripresa a mezza figura in una posa aggraziata, ma volutamente non troppo ricercata. Accanto a lei, il Gentiluomo di casa Nistri, forse l’ingegnere Gaspero Nistri, fu ritratto in una posa ufficiale da un pittore di ottimo livello, di scuola fiorentina, molto vicino a Gaetano Piattoli. Bandina Tommasi, moglie di Casimiro Buonamici, è invece una pittrice dilettante, curiosa e attenta a temi d’interesse scientifico ispirati dall’Illuminismo, che dipinse, tra l’altro, ardite Prospettive nella villa di Sofignano e questa tela con la Prospettiva del mondo,  pervenuta dall’Ospedale nel 1932. Fu lei a decorare gli arredi della Spezieria nel Conservatorio di San Niccolò (1759), le cui graziose scenette, dipinte in turchino su fondo bianco, a effetto monocromo, prendono ispirazione dal decoro bianco e blu sui vasi in maiolica Ginori realizzati a Doccia dalla metà del Settecento e destinati alla Farmacia dell’Ospedale, di cui Casimiro Buonamici in quegli anni era governatore. La raccolta dei vasi della Spezieria dell’Ospedale è conservata nel Museo di Palazzo Pretorio.