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Ex Galleria, dettagli

Giovanni Maria Butteri

Stemma di Ferdinando de’ Medici

I pregevoli dipinti testimoniano quanto il collezionismo privato pratese abbia influito sulla formazione della raccolta comunale. Gran parte delle opere di questa sala deriva dal patrimonio della famiglia Martini, confluito fra i beni dell’Ospedale poi arrivati al Comune: la ricchezza dei temi e la varietà delle provenienze rivelano un’apertura non usuale verso generi e correnti artistiche che contraddistinguono le tendenze in voga nella Toscana dei Medici. Di particolare interesse sono la Predica di San PaoloRovine di tempio con figure al lavatoio e le Scene di sacrificio, in cui l’arte e la cultura dell’Urbe vengono esaltate da monumenti e rovine che diventano un soggetto alla moda, molto amato dai collezionisti. Anche la Galleria mostra un tema inconsueto, una sorta di museum seicentesco in cui sono esposti quadri di vari soggetti, realmente esistenti, riconducibili alla produzione di Agostino Tassi, pittore rinomato e conosciuto per il suo burrascoso rapporto con Artemisia Gentileschi.

Le due tele, dipinte a pendant, con Cristo davanti a Caifa San Pietro liberato dal carcere, ambedue copie antiche da Gherardo delle Notti, insieme ad un piccolo ma significativo gruppo di opere di ambito caravaggesco provengono invece dal Collegio Cicognini, dove erano collocate nella Cappella e nella Pinacoteca. 

Proviene invece dalle collezioni dell’Ospedale della Misericordia e Dolce il grande stemma mediceo, giunto al Comune nel 1932 e dipinto negli anni 1587-1588 da Giovan Maria Butteri che celebra Ferdinando de’ Medici, nel periodo in cui, da poco divenuto Granduca, non aveva ancora ricevuto il consenso alla rinuncia della porpora di cardinale, come è testimoniato dal cappello purpureo che sovrasta la corona granducale. Dello stesso pittore nel Museo di Palazzo Pretorio sono conservate tre raffinate Allegorie di virtù.