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Soffici e la Scuola di Prato

Il reduce è rappresentato dalla figura di un uomo lacero, scalzo e dal passo malfermo.

Ardengo Soffici, Millenovecentodiciannove (Il reduce), 1929-1930

I maestri della Scuola di Prato - Arrigo del Rigo, Quinto Martini, Giulio Pierucci, Gino Brogi, Oscar Gallo e Leonetto Tintori - scrissero una pagina importante dell’arte italiana del Novecento. In questa sala due pregevoli testimonianze del talento di Arrigo del Rigo, morto a soli 24 anni, probabilmente suicida: l’intenso Autoritratto, ispirato al Realismo magico della pittura italiana degli anni Venti e Caseal Ponte Petrino, esempio della capacità del pittore di dipingere con grande suggestione scorci e paesaggi della città di inizio secolo.

Padre 'putativo' della scuola di Prato fu Ardengo Soffici, che nel 1907 da Parigi si trasferì nella vicina Poggio a Caiano. Pittore e scrittore, portò anche tra gli artisti pratesi gli stimoli dei fermenti della Parigi di inizio secolo e del vivace clima intellettuale fiorentino di quegli anni. In questa sala le sue opere testimoniano la ricerca di valori essenziali e il recupero della “semplicità davanti alla natura”. In mostra Millenovecentodiciannove (Il reduce) e Cabine.