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Filippino Lippi a Prato

Immagine centrale del tabernacolo. La Madonna col Bambino incoronata dagli angeli è contemplata da un coro di serafini appoggiati alle nuvole in un tramonto color malva in perfetto dialogo cromatico con la veste di Maria

Filippino Lippi, Madonna col Bambino e i santi Antonio Abate, Margherita, Stefano e Caterina d’Alessandria (Tabernacolo del Mercatale), 1498, particolare

Maestro di rara sensibilità e di straordinario talento, nacque a Prato intorno al 1457, dall’amore tra il monaco carmelitano FilippoLippi e suorLucrezia Buti. Si formò fin da giovanissimo nella bottega del padre, alla sua morte passò sotto la tutela di Fra Diamante ed ebbe come maestro Sandro Botticelli, che a sua volta era stato allievo di Filippo. Ne Le Vite Giorgio Vasari lo ricorda così: Restò la fama di questo gentil maestro talmente nei cuori di quegli che l’avevano praticato, ch’e’ meritò coprire con la grazia della sua virtù l’infamia della natività sua, e sempre visse in grandezza et in reputazione.

Il rapporto con Prato e il suo territorio diede un’impronta decisiva alla sua vita e alla sua arte. Nell'estate 1493, Filippino lavorò alla Villa Medicea di Poggio a Caiano realizzando l’affresco, ora frammentario, del Lacoonte. Poco dopo dipinse la famosa pala della Doppia Intercessione per i Francescani Osservanti del Palco di Prato, oggi conservata all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera.Le altre due importanti opere che Filippino realizzò per la sua città fanno parte della collezione di Palazzo Pretorio: il Tabernacolo del Mercatale, celebrato nei secoli come una delle meraviglie di Prato per la straordinaria dolcezza e la particolare modulazione della luce; la Madonna col bambino dipinta per la sala dell'udienza del Comune, un'opera di rara intensità e di velata tristezza, che  incarna quel temperamento che il Longhi definì il “più inquieto e fuori legge degli ultimi decenni del ’400”. Infine, nella collezione il piccolo Cristo Crocifisso acquistato nel 2010 dal Comune a un'asta di Christie’s a New York: un prezioso documento della maturità di Filippino, quando egli si avvicinò al pensiero del Savonarola e fu influenzato dall’inquieto clima religioso di fine secolo.